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INIZIA L’AVVENTURA

Come è facile intuire, il Gommatto, termine felicemente coniato da una spiritosa amica, altro non che il nuovo mezzo nautico adottato dal sottoscritto. Dopo anni d’onorato e fedele servizio è giunto il momento di mettere in pensione il vecchio Stingher 484; confesso che mi dispiace non poco, ma come tutte le cose usate anche lui comincia a sentire il peso degli anni e, soprattutto, non è più in grado di rispondere alle mie mutate esigenze.
Quando ci si separa da un caro compagno di tante avventure si prova sempre una certa tristezza e la necessità di sostituirlo con qualcosa di decisamente superiore, che non ci farà mai rimpiangere la scelta. Così ho deciso di fare quello che da anni desideravo, ossia mettere a punto un mezzo veramente ‘mirato’ alle mie specifiche esigenze, un gommone che non lasci nulla al caso: tutto, dai materiali alle strumentazioni, dovrà rispondere a rigidi criteri di funzionalità, ergonomia ed affidabilità.
Un compito ambizioso e per niente facile ma anche una sfida stimolante per chi, come me, non è avvezzo a tirarsi indietro ancor prima di avere provato.

Chi mi frequenta abitualmente sa che negli ultimi due anni ho passato molto del mio tempo libero a studiare, provare ed analizzare svariati gommoni delle marche più disparate. Non a caso, dopo tanto riflettere, la mia scelta è caduta nuovamente sul  costruttore che ha realizzato i miei due precedenti mezzi.

La Italboats è un’azienda che mi ha già dato ampia prova di professionalità nella progettazione e realizzazione di mezzi sicuri ed abitabili dotati di un imbattibile rapporto qualità/prezzo. Un modello, in particolare, ha subito catalizzato la mia attenzione: si tratta del Predator 540, modello intermedio di una linea moderna e gradevole. Il mezzo sembra rispondere in modo sorprendente alle mie richieste: ha una carena molto marina, lunga quasi quanto tutta la parte pneumatica e dotata di V e ruota di prua molto accentuate quindi in grado di assicurare navigazioni stabili anche con mare . Il generoso diametro dei tubolari garantisce stabilità (minor rollio) e protezione dagli schizzi come ho potuto constatare da un prova in mare.
  L’organizzazione degli spazi interni è veramente esemplare: niente linee azzardate, curve degne di un’astronave o scalini inutili… consolle centrale walkaround (utilissima agli spostamenti del barcaiolo nelle situazioni d’urgenza) di misura e forma ideali (dopo una meno riuscita versione precedente) ed una serie di gavoni di notevole capacità e ben distribuiti.

  La mia libidine si è accesa a mille quando ho visto il prendisole di prua dopo il montaggio delle due prolunghe: un vero e proprio letto matrimoniale che renderà il campeggio nautico una comoda passeggiata! La qualità della vetroresina e della parte gommata è all’altezza dei concorrenti più blasonati, rispetto ai quali mancano soltanto molti inutili, costosi e pesanti orpelli.
Dunque un mezzo sobrio ed efficace, di aspetto gradevole ma destinato agli utenti più puri ed esigenti che non fanno dell’estetica l’unico parametro di giudizio.

Maturata la scelta ho contattato Giuseppe, proprietario e progettista della Italboats il quale ha subito dimostrato disponibilità a collaborare, confidando nella possibilità di mostrare la qualità dei propri mezzi anche tramite la mia visibilità nell'ambiente della pescasub.
La passione che questa persona mette nel suo lavoro mi ha consentito di richiedergli una serie di interessanti modifiche, fermo restando che il mezzo mi verrà consegnato parzialmente finito e provvederò personalmente a realizzare un lunga serie di lavori e lavoretti per adattarlo alle mie esigenze.
Per meglio operare ho ottenuto la piena collaborazione di altre aziende fornitrici di materiali ed accessori nautici: la Cecchi Gustavo ha messo a disposizione il famoso sistema epossidico C-System e l’intera gamma di vernici ed additivi; lo shipchandler Thomas di Viareggio mi ha concesso un generoso sconto su accessori, materiale elettrico e bulloneria (e vi assicuro che di roba ce ne va molta più di quanto si possa credere…) e, ultima solo per cronologia, la Tappezzeria Nautica Italiana mi realizzerà una tenda da campeggio nautico perfettamente personalizzata.
Dietro tutto questo si inserisce la mia opera che prevedo lunga e difficoltosa e che necessiterà della paziente collaborazione di amici esperti in vari settori (un falegname, un fabbro, un elettricista, un verniciatore).
Visto il notevole interesse dimostrato da chi è al corrente del mio progetto, ho deciso di tenere un dettagliato diario delle fasi di progettazione ed allestimento, pubblicando sul sito una serie di aggiornamenti corredati di foto.
In questo modo spero di poter soddisfare la curiosità di tutti i subacquei che regolarmente mi scrivono per sapere qual è il mezzo ideale e come deve essere allestito. Naturalmente non è detto che chi va in mare per pescare lungocosta debba necessariamente disporre di un gommone come quello che sto realizzando, ma è altrettanto vero che la sicurezza e la funzionalità in più non guastano mai.
Senza addentrarmi troppo nei dettagli che verranno analizzati volta per volta durante le fasi di lavorazione, mi pare comunque opportuno elencare le principali caratteristiche degli allestimenti previsti:

  • Gommone di mt 5,40, tubolari da 61cm e larghezza interna superiore ai 120 cm

  • Consolle amovibile orientata verso il conducente e dotata di seduta di prua con gavone

  • Assenza di ogni tipo di rollbar

  • Serbatoio inox 100 lt a norme RINA con elettrovalvola ed indicatore di livello

  • Doccia di poppa con autoclave e serbatoio da 30 lt nella V di prua

  • Impianto elettrico costruito secondo norme molto restrittive, utilizzando interruttori e connettori totalmente stagni anche in immersione

  • Ghiacciaia ad alto potere coibente (circa 140 lt) realizzata all’interno del gavone traverso di prua dotata di pozzetto raccolta acqua e scarico a mare

  • GPS cartografico ed ecoscandaglio

  • VHF stagno 25W con antenna ribaltabile da 2,40 mt

  • Impianto fanali di fonda, navigazione e faretto di profondità (60W)

  • Pompa di sentina

  • Motore Tohatsu 120/140 cv 2 tempi a carburatori del 1999

La consegna del mezzo è prevista per la fine di aprile, ma già un mese fa ho ritirato la consolle così da potermi avvantaggiare con i lavori. Infatti è proprio sulla consolle che si sono concentrati i miei sforzi maggiori dato l’elevato numero di accessori che dovrà ospitare anche in virtù dell’assenza del rollbar. Quest’ultima scelta, che può sembrare illogica e controtendenza, è in realtà frutto di una lunga serie di valutazioni e dell’esperienza di decine di migliaia di miglia percorse. Ho avuto gommoni con e senza rollbar, ma la domanda che mi sono posto è la più banale: si tratta veramente di un accessorio indispensabile? La presenza del rollbar crea una serie infinita di problemi e limitazioni ed i vantaggi devono essere tali tanti da poterli compensare, altrimenti si corre il rischio di cadere in una delle tante scelte illogiche, spesso dettate da insensate mode.
Dopo aver fatto un dettagliato appello delle attrezzature che il fatidico accessorio avrebbe dovuto ospitare, mi sono reso conto che le avrei potute agevolmente sistemare sulla consolle e nella zona poppiera e così ho optato per la rinuncia al discusso traliccio.
I vantaggi di tale scelta sono molteplici e tutti importanti: innanzitutto si evita di gravare la poppa di qualche decina di chili a tutto vantaggio di un corretto assetto in navigazione (per lo stesso motivo ho optato per un leggero motore a 2 tempi), poi si abbassa considerevolmente il profilo del gommone carrellato, facilitando il rimessaggio sotto tettoie e porte non particolarmente alte. Anche il telo di copertura aderisce in maniera superiore e durante le veloci trasferte autostradali non rischia di lacerarsi prendendo aria.
Un’ultima cosa che quasi nessuno valuta è la grande sollecitazione meccanica imposta alle attrezzature montate sul rollbar; l’altezza e la tipologia della struttura amplificano le vibrazioni causando una precoce usura dei fanali e soprattutto dei costosi moduli GPS.
Al momento ho già terminato i lavori sulla consolle (oltre 60 ore complessive) con un risultato perfino superiore alle mie aspettative e proprio ieri, dopo lunghe ricerche, ho concluso l’acquisto del motore, un Tohatsu 120/140cv 2 tempi del 1999 in buono stato e con poche ore di navigazione. Una potenza forse esuberante, ma con un peso di 150 Kg, 40 in meno di un fiacco 90cv quattro tempi; avete presente cosa significare viaggiare a quasi quaranta nodi con il motore a soli 4mila giri?
Alla resa dei conti, se osservo un Predator 540 in assetto ‘standard’ (quello più comunemente diffuso) trovo un 90cv quattro tempi ed un imponente rollbar inox. Il mio mezzo, con 50 cv in più (ed i cavalli a 2tempi sono tutt’altra roba, credetemi) ha 60-70 Kg in meno sulla poppa e questo offre la sensazione di essere alla guida un un mezzo totalmente differente, molto più facile ed equilibrato. Questo si paga con un 30% di consumo in più e con una maggiore rumorosità (mica tanta però, perché le stesse prestazioni il 140 le eroga ad oltre mille giri in meno), ma quello che conta di più per me è l’affidabiltà che nel vecchio 2 tempi a carburatori è ancora imbattuta.
Ma ogni cosa a suo tempo, alla prima prova in mare avrò la verifica di quanto dico ed anche voi ne sarete messi a conoscenza.
Per ora vi rimando alla prossima settimana quando pubblicherò il resoconto dei lavori sulla consolle corredato da foto esplicative.